venerdì 28 settembre 2012

Scendono in campo le forze politiche: dopo l'On. Ginefra è la volta dell'On. Barbaro che interroga il Ministro sul disastro del calcio femminile italiano

On. Claudio Barbaro, componente della Commissione sport alla Camera dei Deputati

INTERROGAZIONE RISPOSTA IN COMMISSIONE

Al Ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport.

Per sapere

premesso che:

  • le Olimpiadi di Londra di quest’anno e i Mondiali di Germania dello scorso hanno mostrato il grande potenziale e il rilevante grado di sviluppo del calcio femminile europeo e mondiale, con sorprendenti numeri anche in Paesi del centro Africa e dell’Asia;
  • secondo stime dell’UEFA i numeri delle praticanti di calcio femminile in Europa dimostrano una diffusione notevole di questo sport, anche grazie alle rilevanti risorse che l’UEFA stessa e le Federazioni Sportive Nazionali hanno deciso di investire; in grandi Paesi come Francia, Germania e Gran Bretagna sono infatti coinvolte più di 200 mila praticanti, mentre Belgio e Svizzera poco meno di 50 mila;
  • in Italia la situazione del calcio femminile è diversa da quella dei maggiori Paesi europei; i dati ufficiali delle squadre partecipanti ai campionati nazionali (60) e di quelle partecipanti ai campionati locali/regionali (circa 300) parlano infatti di un numero di praticanti effettive non superiore alle 10 mila unità e registrano una crescita di ritiri a causa della mancanza di aiuti e sostegni. Sono infatti 40 le società sportive scomparse negli ultimi cinque-sei anni e una intera categoria (la serie B);
  • ad oggi, in Italia, non si riesce a organizzare un campionato di categoria Primavera (età 16 anni), in varie zone del Nord, come in Piemonte, e anche al Sud dove risulta drammaticamente carente la rappresentanza calcistica femminile nazionale, ad eccezione di due squadre di Napoli (serie A e A2) e di una di Bari (serie A2);
  • domenica 30.09.12 prenderà il via - nonostante la richiesta di rinvio e le proteste da parte delle società stesse e della  neo costituita "Assocalciofemminile" -  il campionato di A2 con gironi di appena 10-12 squadre ciascuno, numero assolutamente non adeguato come costi e impegno tecnico per un successivo passaggio alla serie A;
  • la Divisione Calcio Femminile risulta essere stata sempre sotto l’egida e il controllo della Lega Nazionale Dilettanti;


quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere al fine di sostenere e valorizzare il settore del calcio femminile che, come illustrato in premessa, sconta un grave “gap” di sviluppo e di visibilità rispetto allo standard europeo;
quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per verificare quante risorse la Federazione Italiana Gioco Calcio ha destinato, negli ultimi 5 anni, alla Lega Nazionale Dilettanti per il sostegno e lo sviluppo del calcio dilettantistico (secondo quanto disposto dal Decreto Legislativo 9 gennaio 2008, n. 9), ed, in particolare, quanto quest’ultima ha effettivamente assegnato alla Divisione calcio femminile.

On. Claudio BARBARO

giovedì 27 settembre 2012

I fondi della legge Melandri che il calcio femminile non ha mai ricevuto!

Giovanna Melandri


Forse non tutti conoscono legge n.9/2008, meglio conosciuta come Legge Melandri che dispone gli aiuti e i sostegni al calcio professionistico minore nonché a quello dilettantistico a cui il sistema femminile appartiene attraverso la ripartizione e la destinazione dei proventi dei diritti televisivi incassati dalla Figc.

Forse è meglio prendere consapevolezza dell'esistenza di questa legge anche per capire quante tribolazioni in meno avremmo potuto vivere in questi anni, quante Società avrebbero continuato la loro attività, quanta ansia avremmo risparmiato per organizzare trasferte, saldare le spese gestionali, fornire le fideiussioni per le iscrizioni se il calcio femminile avesse avuto una piccolissima parte di questa enorme risorsa, se solo fossimo stati nelle condizioni di poterle avere e cioè essere una vera e propria Lega così come richiede e prescrive la Legge Melandri come requisito.

Grazie a questa autonomia, tanto per renderci conto delle cifre, la LND ha percepito solo lo scorso anno, secondo dati giornalistici circa 18 milioni di euro: non so se siano esatti o meno ma fossero anche 10 o 5 sempre qualcosa sono rispetto allo zero che ha ricevuto il calcio femminile.
Siamo di fronte ad una legge creata per sostenere il calcio minore e di cui di fatto il calcio femminile italiano non ha mai potuto usufruire!

Noi crediamo, fermamente, che il Presidente Tavecchio li abbia spesi bene quei milioni di euro per il sistema dilettantistico maschile, riuscendo a far crescere il mondo dei dilettanti in una congiuntura economica negativa: ma siamo altresì convinti che potremmo spenderli bene anche noi, se potessimo attingervi per il sostegno delle società, per il loro rafforzamento  e conseguentemente per lo sviluppo di tutto il calcio femminile.

Non intendo aggiungere alcuna riflessione finale perchè vorrei che la faceste voi, non solo sull'ipotesi di non permettere lo scioglimento la DCF ma addirittura di spingere per trasformarla in vera e propria Lega Calcio Femminile! Solo così ritengo possibile garantire un futuro al nostro sport.

Signori Presidenti, questa è l’ultima occasione!

Roberto Salerno

mercoledì 26 settembre 2012

L'Assocalciofemminile chiede l'intervento di Napolitano


Pubblichiamo il testo della lettera inviata questa mattina all'attenzione delle alte cariche istituzionali.

Illustrissimo Presidente della Repubblica,
signor Presidente del Consiglio e signori Ministri dello Sport e Politiche Europee,
ci appelliamo alle Vs altissime cariche istituzionali per segnalarVi e sensibilizzarVi sulle gravissime discriminazioni culturali, organizzative e economiche a cui è sottoposto il calcio femminile italiano e, in particolare le società sportive che partecipano ai vari campionati nazionali.

Le recenti Olimpiadi di Londra 2012 e i Mondiali di Germania del 2011 ci hanno mostrato le enormi potenzialità e notevoli progressi in termini di crescita e sviluppo del calcio femminile europeo e mondiale rispetto a quello italiano, purtroppo, emarginato, dimenticato, invisibile e agonizzante.

La nostra associazione, nata a Firenze nella giornata di Domenica 16 settembre 2012, per volontà della maggioranza delle Società a livello nazionale, intende arrestare, con proposte e progetti, questo incredibile e inaccettabile declino.

Abbiamo chiesto immediata audizione alla Commissione VII della Camera dei Deputati per rappresentare il ritardo del nostro calcio e i suoi numeri poverissimi (10 mila praticanti) rispetto alle oltre 300 mila giocatrici di Francia, Germania.
Tra le tante emergenze vi è la partenza del Campionato nazionale di A2 straordinariamente impoverito che vede addirittura il girone Sud composto da appena 9 squadre.

Chiediamo, pertanto, il rinvio del suo inizio (negato dagli organi federali) allo scopo di trovare soluzioni condivise con le società e a questo riguardo un Vs autorevole intervento è indispensabile per ottenerlo.

Confidando nelle Vs sensibilità e, in fiduciosa attesa, Vi porgo a nome delle società associate, un caro saluto.

Roberto Salerno

lunedì 24 settembre 2012

Richiesta ufficiale della AICF di Audizione alla Commissione Sport della Camera dei Deputati

Questo pomeriggio, dopo l'esito negativo dell'incontro con i vertici della Lega Nazionale Dilettanti, è stata inviata da parte dell'AICF la richiesta ufficiale al Presidente della Camera dei Deputati On. Gianfranco Fini di audizione presso la Commissione Cultura, Spettacolo e Sport.

La delegazione dell'AICF guidata da Roberto Salerno, illustrerà la situazione in cui versa il movimento calcistico femminile nazionale e le sue enorme potenzialità se fossero attuate opportune politiche di sviluppo.

"Caro Tavecchio, così non va!"
















Si è svolto, oggi a Milano, come già annunciato, l’incontro tra il Presidente LND nonché Commissario della DCF Carlo Tavecchio e la delegazione dell’Associazione Italiana Calcio Femminile guidata dal Presidente Roberto Salerno e composta anche dal segretario Bulleri e dai consiglieri Cesari e Sarsilli.

Al Presidente Tavecchio, che ha sostenuto ancora una volta il suo progetto di trasformazione in Dipartimento, la delegazione ha ribadito il suo NO allo scioglimento della Divisione Calcio Femminile rappresentando la sua ferma volontà di autogoverno del calcio femminile attraverso nuove elezioni, nuovo direttivo e una nuova politica di sostegno e sviluppo.

Oltre a ciò l’Associazione ha richiesto con forza un rinvio del Campionato di A2 allo scopo di trovare una soluzione all’impoverimento di questa categoria che allo stato attuale non avrebbe consistenza adeguata né un dignitoso svolgimento con un girone addirittura di sole nove squadre (girone D) anche per evitare la perdita di straordinarie società come il Pink Bari.

Purtroppo sul punto il Presidente Tavecchio è stato irremovibile e a questo decisione l’AICF risponderà, con altrettanto fermezza, chiamando in causa le più alte istituzioni del calcio (Abete) e della Repubblica, quali la Commissione Sport della Camera dei Deputati, il Ministro con Delega allo Sport, ed infine al Presidente della Repubblica.

E' stata ribadita, inoltre, la volontà di porre fine alla emarginazione del calcio femminile e al suo impoverimento organizzativo ponendo l’obiettivo di allinearlo al più presto agli standard di sviluppo europeo.
Al termine dell’incontro, pur rimanendo su posizione antitetiche, la delegazione ha ringraziato Tavecchio per la cordialità e la disponibilità accordate all’AICF.

giovedì 20 settembre 2012

Forum - No allo scioglimento della Divisione Calcio Femminile: Siete favorevoli?




Carissimi Colleghi,
le Olimpiadi di Londra e i Mondiali di Germania del 2011 ci hanno mostrato l’enorme potenzialià e lo sviluppo del calcio femminile europeo e mondiale rispetto ai quali quello italiano appare, purtroppo, quello che è: emarginato, dimenticato, invisibile e agonizzante.
I numeri, poverissimi, del nostro calcio femminile sono il drammatico risultato di anni di gestioni fallimentari, di privazioni e negazioni di risorse (che ci sono) che ne hanno accelerato il dissolvimento e la mortificazione.
Mentre in Europa e nel mondo il calcio femminile cresce, in Italia, in soli 5-6 anni, è sparita la serie B e di quasi 110 squadre iscritte ai campionati del 2005 oggi ne rimangono 60 tra A e A2: sono scomparse dal panorama nazionale oltre 40 importanti società sportive!
Il dato del Sud d’Italia, è ancora più drammatico e inaccettabile data la presenza in Seire A di una sola società, il Napoli e una sola di A2 il Bari PinkSport (il Catanzaro ha addirittura rinunciato, per carenza di aiuti alla A2).

L’ultimo atto di questo lento declino sarà lo scioglimento della Divisione Calcio Femminile con riduzione a semplice Dipartimento della LND.

Potremmo dire che ha dell’incredibile che ciò succeda in un Paese campione del mondo e dalla tradizione calcistica ineguagliabile. 
Davanti a tutto ciò le società hanno due cose su cui decidere: 
1) non fare niente e lasciare che chi si è occupato fino ad ora del calcio femminile, continui a farlo come lo ha fatto in questi anni;
2) difendere il nostro impegno e la nostra dignità prendendo posizione e agendo per fermare l’agonia in cui versiamo e rilanciare istituzionalmente. l'azione della DCF.

Questo non vuole essere e non è un attacco o un atto d’accusa a Carlo Tavecchio (che ha moltissime cose cui pensare come Presidente della LND) ma è prendere coscienza che in tutti i Paesi europei il calcio femminile non è uno “spicchio” di una lega (dilettanti) ma è una Lega autonoma essa stessa ed è in carico direttamente all’ente centrale (per noi la FIGC).
Solo in questo modo può finire l’emarginazione e si riacquista dignità e visibilità come in Francia, Germania, Inghilterra, solo per citare alcuni dei paesi europei dove il calcio femminile è diventato un fenomeno culturale e sociale.

Per questo motivo e senza voler anticipare tempi e spazi, chiederemo da subito che la DCF non venga sciolta e si riparta con una nuova e diretta gestione delle società: nel frattempo verranno delineate poche ma realizzabili linee programmatiche che saranno portate all'attenzione dei vertici federali.

Invitiamo, quindi, tutte le Società ad aderire all’Associazione che lotterà fino in fondo per difendere i nostri sacrifici e dare dignità, risorse e numeri al calcio e alle società di calcio femminile italiane per allinearlo ai grandi Paesi UE.

Roberto Salerno
Presidente AICF

mercoledì 19 settembre 2012

Pronta la lettera alla UEFA



"Siamo a pronti a qualunque cosa, il tempo è scaduto: ci rivolgiamo alla UEFA!" A dichiararlo Roberto Salerno, Presidente dell'Assocalciofemminile che annuncia - "a prescindere dall'esito dell'appuntamento di Lunedì 24 settembre con i vertici della LND, abbiamo già pronta una lettera con la quale chiediamo ufficialmente di essere ricevuti dagli organi della UEFA per denunciare lo stato di agonia del nostro movimento. Lo abbiamo dichiarato fin da principio, con la costituzione dell'Assocalciofemminile siamo pronti al dialogo costruttivo, ma anche a gesti clamorosi!".

"La UEFA - conclude Salerno - ha studiato linee guida per lo sviluppo e il consolidamento del calcio femminile valide per tutte le federazioni associate, ma solo in Italia i vertici non hanno saputo o voluto recepirle: continuare ad ignorare in Italia un settore che la UEFA ritiene fondamentale per il proprio futuro, significa prendersi le responsabilità anche di fronte al paese per le sanzioni che inevitabilmente colpirebbero tutto il mondo del calcio italiano."

Ufficio stampa AICF

Tavecchio riceverà l'Assocalciofemminile

Il Presidente della LND incontrerà la delegazione dell'Assocalciofemminile il 24 settembre.















Con piena soddisfazione di tutta l’AICF - Associazione Italiana dei Presidenti di Calcio Femminile, è stato stabilito un primo incontro (previsto per lunedì 24 p.v.) con il Presidente della LND Carlo TAVECCHIO che si ringrazia per la immediata disponibilità a ricevere l’ASSOCALCIOFEMMINILE.
Già nel primo incontro, sarà intendimento dell’AICF dire basta alla lunga agonia in cui versa il calcio femminile e all’emarginazione a cui il “sistema milionario del calcio maschile” lo ha condannato in questi anni.
L’AICF intende, inoltre, discutere delle emergenze e delle questioni più urgenti che riguardano le Società proponendo soluzioni e contributi per risolverle e scongiurando così ritiri e proteste clamorose.
Fra queste saranno trattate nello specifico:
  1. linee guida per porre fine all’emarginazione del calcio femminile;
  2. risorse per le società;
  3. verifica e/o revisione gironi di A2;
  4. sviluppo del calcio femminile italiano e suo allineamento alla media UE.
“Inutile ribadire – afferma il Presidente AICF Roberto Salerno - che siamo soddisfatti di questo primo passo operativo: adesso le Società devono darci la forza necessaria per ribaltare la situazione a dir poco paradossale in cui versa, da anni, il calcio femminile italiano.
Le nostre Società in questi anni sono state letteralmente “affamate” ed emarginate dal “sistema milionario del calcio” mentre in Europa investimenti adeguati e politiche mirate hanno fatto registrare interesse e numeri che sono davanti agli occhi di tutti.
Invito, quindi, - conclude il Presidente dell’Assocalciofemminile - tutte le Società che ad aderire all’Associazione che lotterà fino in fondo per dare dignità, risorse e numeri al calcio femminile italiano per allinearlo ai grandi paesi europei come Francia, Germania, Inghilterra: solo un gruppo unito può cambiare la situazione in cui anni di disinteresse e incapacità ci hanno condannato”.

lunedì 17 settembre 2012

Lettera al Presidente FIGC, Giancarlo Abete


Pregiatissimo dott. Abete,
ho il piacere di informarLa che nella giornata di ieri 16 settembre 2012 si è costituita con 30 società di A, A2 e C, l’Associazione Italiana Calcio Femminile (AICF o ASSOCALCIOFEMMINILE).

Tengo a precisarLe che lo spirito dell’iniziativa è costruttivo, di confronto aperto e di dialogo con tutte le istituzioni e tra i primi “passi” che riteniamo doverosi vi sono quelli di presentarci ai vertici del calcio nazionale e alle istituzioni centrali.

Riteniamo, pertanto, doveroso chiedere a Lei, costruttivamente e con urgenza, un incontro per affrontare le gravi emergenze strutturali che minano il calcio femminile e ne bloccano clamorosamente lo sviluppo rispetto ai grandi paesi europei i cui numeri, rilevantissimi, sono davanti agli occhi di tutti.
Oltre a ciò alcune situazioni organizzative e logistiche riguardanti i campionati di A2 ci obbligano a chiederlo senza più indugi, vista la minaccia reale di abbandono da parte di importanti società sportive.

L’inesistenza, infine, del benché minimo sostegno da parte delle istituzioni sportive aggrava ancor di più la cifra negativa degli sponsor e dei partners che la crisi economica ha quasi completamente azzerato.

La passione che lega tutte le società sportive e il sacrificio che le stesse compiono per mantenere e diffondere il calcio femminile ci ha indotto ad associarci  per intraprendere un cammino e di interlocuzione costruttiva e propositiva con il mondo del calcio al fine di trovare soluzioni sostenibili per lo sviluppo del nostro movimento sportivo.

Confido nella Vs sensibilità e, in fiduciosa attesa, Le porgo a nome delle 30 società associate,  un caro saluto.

Il Presidente AICF
Roberto Salerno

Subito audizione con Abete e Tavecchio per emergenze

Si è costituita ieri, a Firenze, l’Associazione dei Presidenti delle società di calcio femminile italiano siglabile in AICF e abbreviabile in ASSOCALCIOFEMMINILE.

Hanno aderito la maggioranza delle società di Serie A e una significatiVa  rappresentanza delle società di A2.
Presente all’evento in veste ufficiale il Presidente AIAC Renzo ULIVIERI che, compreso lo spirito costruttivo e propositivo dell’iniziativa, ne ha auspicato il ruolo interlocutorio con i vertici del calcio nonché un rapido sviluppo del calcio femminile italiano.

Sono stati eletti provvisoriamente per 1 anno il Presidente, Roberto SALERNO, il Segretario Francesco BULLERI nonché il Consiglio Direttivo rappresentativo della Serie A (GUAGNI Andrea, RICCIO Raffaele, SARSILI Luigi, PICHEO Vincenzo, CESARI Giuseppe ) e della A2, 1 delegato per girone ( COLASANTE Sergio, BULLERI Francesco, GUARDINI Ademaro, LA TORRE Luca).
Immediata la richiesta di audizione con i vertici della FIGC e con il suo Presidente ABETE, quindi con i vertici istituzionali quali le Commissioni Sport e cultura di Camera e Senato.

Sul tappeto questioni non più rinviabili: lo sviluppo permanentemente “bloccato” del calcio femminile, l’assenza di qualunque sostegno economico alle società, il vuoto progettuale e relazionale con le società da parte dei vertici del calcio nazionale.

Così il Presidente a fine Assemblea:
“Le ultime Olimpiadi di Londra e i Mondiali di calcio femminile svoltisi in Germania quest’anno, hanno dato l’esatta misura della potenza del calcio femminile europeo e, quindi, di come potrebbe essere anche quello italiano che, però, dopo circa 30 anni di vita, è permanentemente “bloccato” e discriminato. Nessun sostegno economico e un vuoto relazionale e progettuale che ci accomuna ai Paesi più sottosviluppati del  mondo. Nasciamo per dialogare ed essere costruttivi ma siamo disposti anche a iniziative clamorose se non si pone fine a questo “soffocamento” graduale e inesorabile a cui sono sottoposte le società italiane. 

Stamani ho inviato una lettera al Presidente Abete per essere ricevuti e per discutere subito di problemi spinosissimi quali la trasformazione della DCF in un semplice Dipartimento della LND che per gli associati è un tunnel senza via di uscita nonché di tutto il resto prime fra tutte l’organizzazione e la composizione dell’attuale campionato di serie A2 che necessita di una revisione di costi e di logistica territoriale urgentissima. Ci rivolgeremo a tutte le istituzioni della Nazione e se sarà necessario anche alla Corte europea dei diritti umani!".

L'entusiasmante crescita del calcio femminile (...tranne che in Italia!)

Platini, Presidente della UEFA: "Il calcio lo salveranno le donne."
Parlando durante i sorteggi, il segretario generale UEFA Gianni Infantino ha evidenziato le affluenze record e gli ottimi ascolti televisivi, che testimoniano la crescente popolarità del calcio femminile.
La popolarità del calcio femminile continua ad aumentare grazie alla UEFA Women's Champions League, competizione sempre in prima linea e all'avanguardia a livello continentale.
Al sorteggio dei sedicesimi e degli ottavi del torneo, svoltosi giovedì presso la Casa del Calcio Europeo di Nyon, il segretario generale UEFA Gianni Infantino ha evidenziato affluenze record e ottimi ascolti televisivi, che testimoniano la crescente popolarità della competizione.
"La finale del 2012 tra Olympique Lyonnais ed 1. FFC Frankfurt è stata un'ottima vetrina. Con 50.212 spettatori, è stato battuto non solo il record della competizione, ma anche quello del calcio femminile moderno. Inoltre, 3 milioni e mezzo di persone ha guardato la partita vinta dal Lione in TV".
"Il calcio femminile cresce a velocità esponenziale - ha proseguito Infantino -, come testimoniano l'affluenza e l'audience della Coppa del Mondo FIFA femminile dell'anno scorso e il torneo olimpico femminile di Londra 2012. Dobbiamo capitalizzare questo interesse continuando a giocare un calcio spettacolare e all'insegna del fair play".
A questa edizione partecipano 54 squadre provenienti da 46 federazioni. Le finaliste di UEFA Women's Champions League 2012/13 si sfideranno il 23 maggio a Londra in uno stadio ancora da destinarsi. "Il sorteggio odierno dà inizio alla quarta edizione della Champions League femminile, che permetterà alle squadre di visitare nuovi paesi, stadi e città e di conoscere nuove culture calcistiche", ha proseguito Infantino.
La grande crescita del calcio femminile in Europa è stata favorita da alcune importanti decisioni della UEFA. A livello di club, la UEFA Women's Champions League è stata inaugurata nel 2009/10. La prima competizione europea femminile per club è nata nel 2001/02 dopo l'approvazione del Comitato Esecutivo UEFA a maggio 2000.
La prima competizione europea UEFA per rappresentative nazionali è nata agli inizi degli anni '80, per diventare successivamente un Campionato Europeo a tutti gli effetti con una fase finale da disputarsi ogni quattro anni.
A livello generale è stato ideato il programma UEFA per lo sviluppo del calcio femminile (WFDP). A dicembre 2010, in occasione del meeting di Praga, il Comitato Esecutivo UEFA ha riscontrato l'enorme crescita del calcio femminile a livello continentale, sia per numero di tesserate che di partecipanti. Per questo, è stato concordato di sostenere il programma fino al 2016 attraverso il progetto di assistenza HatTrick a nome delle 53 federazioni affiliate alla UEFA.
L'ex campionessa tedesca Steffi Jones è l'ambasciatrice del programma UEFA WFDP e lavora a stretto contatto con la UEFA per sviluppare ulteriormente il calcio femminile in tutta Europa.

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